La Federazione Nazionale Pro Natura condanna fermamente il tentativo di cattura che ha portato
al decesso dell’orsa “Daniza”. Non solo per l’incidente, che tanti inevitabilmente hanno definito
“annunciato”, quanto per l’intera gestione del caso, fin dai primi istanti successivi alla difesa dei
cuccioli nel giorno di Ferragosto.
Nel tentativo di “dare un colpo al cerchio ed uno alla botte”, la Provincia di Trento ha
dimenticato che la gestione dell’orso non può ridursi a strampalati tentativi di equilibrismo tra
chi lo vuole e chi lo teme, facendo la parte dei salvatori del progetto di tutela, lasciandosi però
anche sfuggire che è una rogna ereditata dalla passata amministrazione e contestualmente
annunciando la richiesta al Ministero di dimezzare la popolazione cercando di regalare –
neanche fossimo al mercato - un po’ di animali alle regioni confinanti.
La gestione dell’orso richiede idee chiare, ma coerenti con le naturali dinamiche di popolazione.
Il numero di animali non può essere quello del compromesso politico-turistico, serve
informazione ai turisti, ai residenti, agli allevatori, garantendo indennizzi giusti e veloci solo
quando gli animali predati sono gestiti correttamente sotto il profilo della prevenzione dei rischi
di predazione, ma serve anche coerenza e buon esempio.
Un’orsa che difende i propri cuccioli, fuori da un sentiero battuto, a danno di un osservatore
nascosto dietro ad un albero, senza peraltro arrivare a conseguenze estreme, non può certo
rientrare nella casistica degli orsi da rimuovere, sia mediante l’abbattimento, sia mediante la
captivazione.
Turisti e comunità locali devono essere consapevoli dei rischi oggettivi che comporta la
fruizione dell’ambiente naturale e semi-naturale: orsi, vipere, imenotteri, ma anche vacche al
pascolo, cani vaganti, dirupi e fulmini, insieme ad altro, costituiscono talvolta un potenziale
pericolo. Le persone dovrebbero imparare come comportarsi e ad assumersi la responsabilità
delle proprie scelte, senza sterminare tutto ciò che differenzia la montagna dal parco giochi.
La decisione di catturare l’orsa che ha portato a questo epilogo da parte della Provincia
Autonoma di Trento è coerente con una gestione che appare sempre più politica e meno tecnica,
sempre meno orientata alla conservazione dell’ultima popolazione della specie sulle Alpi e
sempre più appiattita al compromesso di basso profilo e al finto pragmatismo della gestione
della montagna sempre più ispirata al Luna Park.
Nelle prossime ore la Federazione, anche sentite le altre organizzazioni di protezione della
natura, si riserva di agire nelle diverse sedi per garantire adeguate misure di tutela della specie,
che ricordiamo è una specie di interesse comunitario, tutelata da normative internazionali,
nazionali e locali.
11 settembre 2014
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