La Federazione nazionale Pro Natura ha scritto al Ministro all’Ambiente, alla Regione Lombardia,
Veneto, alla Provincia Autonoma di Trento, all’ISPRA e all’Unione Europea a proposito dell’attacco
dell’Orsa Daniza del 15 agosto nei boschi del Trentino.
Nella comunicazione vengono ribaditi tre elementi ritenuti fondamentali:
1. L’animale non ha attaccato deliberatamente l’uomo bensì ha risposto alla naturale esigenza di
tutela della propria prole, secondo uno schema ben noto anche in altri contesti nei quali uomo e orso
bruno condividono territori comuni, in circostanze che necessitano certamente precisi
approfondimenti e valutazioni.
2. La reazione dell’animale non può dunque essere considerata come “anomala” e potrebbe anzi
ripetersi in simili condizioni sfortunate anche in futuro ad opera di altri soggetti.
3. La delicata convivenza tra uomo e orso bruno non può dipendere soltanto dalla selezione di
plantigradi “fantasma” (che non si fanno vedere, che non predano animali domestici non custoditi,
che non difendono i propri cuccioli, ecc.), anche perché la piccola popolazione attuale non può certo
permetterselo, ma dovrà necessariamente dipendere da una diffusa consapevolezza che la natura non
è completamente controllabile e permangono ambiti e probabilità di rischio che richiedono una
consapevole assunzione di responsabilità da parte dei fruitori del territorio.
La popolazione di Orso bruno nelle Alpi centrali, inoltre, è ancora troppo contenuta, è tuttora isolata e
presenta livelli di variabilità genetica preoccupanti; pertanto non può subire continui prelievi
autorizzati, che si aggiungono ai probabili illegali, senza contemplare immediatamente la sostituzione
degli animali prelevati. Su questo punto richiamiamo l’attenzione del Ministero e dell’ISPRA,
ricordando che numerosi studi sulla conservazione della specie nelle Alpi centrali che hanno
preceduto, accompagnato e seguito il rilascio indicano espressamente la necessità di procedere con
sostituzioni e nuovi rilasci a sostegno della neopopolazione.
Il Trentino inoltre non può continuare ad essere l’unica area di distribuzione della neopopolazione di
Orso bruno nella Alpi centrali e pertanto riteniamo che sia urgente attivarsi per ampliare la
distribuzione di femmine nelle adiacenti aree alpine lombarde e venete, anche al fine di relativizzare
le dinamiche locali trentine, allentare conseguentemente le tensioni locali associate al futuro
dell’unica popolazione alpina di Orso bruno così concentrata in un ambito territoriale ristretto.
La Federazione nazionale Pro Natura ribadisce infine la propria contrarietà a qualsiasi riduzione del
numero di animali, per le ragioni sopra sinteticamente esposte e facilmente comprensibili; ribadisce
inoltre la propria ferma intenzione di agire in tutte le sedi consentite ed opportune per fermare
qualsiasi programma o intervento orientato in tal senso.
Nella comunicazione viene auspicato infine che una volta stemperate le tensione generate dalla
spiacevole situazione di Ferragosto esista il tempo ed il modo per una reazione più meditata e un
maggiore investimento nella corretta informazione delle comunità locali e dei turisti sia in relazione
alle modalità di comportamento in caso di incontro con orsi in natura sia in relazione al rapporto
stesso con la natura in generale e al normale rischio associato alla fruizione del territorio.
25 agosto 2014
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